cappasanta sulcataIn cappesante (Pecten jacobaeus) e canestrelli freschi (Aequipecten opercularis) pescati nell’Alto Adriatico sono state trovate e successivamente identificate alcune larve del parassita nematode Sulcascaris sulcata .

Questo parassita è rischioso per l’uomo?

Può essere rintracciato anche in altri molluschi bivalvi?

Come si devono comportare le aziende in merito allo stesso?

L’ho chiesto al Dott. Giuseppe Arcangeli, Medico Veterinario, Direttore del Centro specialistico ittico (CSI) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) e responsabile del Centro di  Referenza Nazionale per lo studio e la diagnosi delle malattie dei pesci, dei molluschi e dei crostacei. Il CSI è stato il laboratorio che ha effettuato questa identificazione che risulta essere la prima di ospiti intermedi del parassita in questa zona. I campioni sono stati inviati e analizzati a seguito di regolari ispezioni da parte dei Servizi sanitari territoriali. I ricercatori hanno dapprima ipotizzato che i parassiti appartenessero alla specie S. sulcata, per poi procedere all’identificazione definitiva mediante analisi biomolecolari. Lo studio dell’IZSVe è stato condotto in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute dell’Università di Padova, ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Veterinary Science.

“La sua prima segnalazione nei pectinidae – conferma Arcangeli- è stata fatta dal gruppo ricercatori IZSVe in occasione del convegno SIRAM del 2017, con un poster scientifico¹. Da questa segnalazione è derivata la pubblicazione² fatta congiuntamente IZSVe e  UNIPD, con il gruppo della Prof.ssa Marcer, con cui è stato approfondito e confermato il ciclo biologico di Sulcascaris sulcata, che prevede come ospite finale la tartaruga marina (Caretta caretta) anche in Adriatico”.

Una notizia di altrettanta importanza è anche che la larva di questo parassita è anche stata rintracciata in altri molluschi bivalvi. Fino ad oggi infatti la maggioranza degli operatori sanitari pubblici ma anche dei referenti qualità degli OSA non avevano tenuto in considerazione tale parassita per questa categoria di prodotti. Dunque la conferma di Arcangeli  sul fatto che “sono varie le specie di molluschi bivalvi e anche di alcuni gasteropodi interessati da Sulcascaris sulcata”, è sicuramente interessante per chi produce, controlla e commercializza questi prodotti. “Di recente questa larva è stata segnalata³ anche nei mitili ( istologicamente e confermata con prova biomolecolare ) di origine del Mediterraneo”.

Sul mercato italiano la cappasanta maggiormente commercializzata fresca a banco è la “Cappasanta atlantica” che ad oggi non è mai stata segnalata per questo parassita anche se, secondo Arcangeli, “ non sorprenderebbe che lo fosse, dato che la S. Sulcata è stata ritrovata anche  nella “Cappasanta oceanica” (Placopecten magellanicus) originaria dell’Oceano Atlantico Nord Occidentale dal Labrador alla Carolina. La cappasanta oceanica è oggi diffusa e commercializzata anche in Italia soprattutto come prodotto congelato.

 

Come dovrebbero procedere le aziende per la prevenzione di questo rischio? Come effettuare i controlli? Che misure applicare in caso di sospetto e in caso di ritrovamento?

Innanzitutto il Dott. Arcangeli  sottolinea che questa infestazione non è ancora classificata  come una zoonosi, in quanto non è mai stato segnalato un caso ad oggi ed inoltre è molto termosensibile. Infatti resiste a 37°C per soli 3.25 – 6.75 ore (4).

Il problema attualmente di questa parassitosi è per lo più commerciale poiché oltre ad essere non vendibile un prodotto “manifestatamente infestato”, la S. Sulcata provoca nel mollusco la formazione di macchie marroni dovute ad una simbiosi con un protozoo (Urosporidium spisuli) nonché da secreti rilasciati dal parassita stesso. Queste macchie sono spesso presenti rendendo il prodotto invendibile.

L’IZSVe esegue prove per la ricerca, identificazione e conferma biomolecolare di Sulcascaris sulcata e la prova dura due giorni.

Sicuramente, anche alla luce di queste nuove scoperte consiglio a chi produce e commercializza i molluschi bivalvi in modo importante, quantitativamente parlando, di inserire una verifica per evidenziare l’eventuale presenza di questa larva al fine di implementare e rendere ancora più completo il proprio piano di Autocontrollo. Inoltre, sarebbe utile anche inserire nel prossimo aggiornamento di formazione del personale aziendale questo parassita anche perché le “macchie marroni” che provoca sono facilmente evidenziabili quando presenti e aiutano dunque a indirizzare gli OSA sulle azioni correttive previste anche solo per quello che riguarda il rispetto dei requisiti merceologici del prodotto. Una maggiore attenzione da parte di tutti su questo parassita potrebbe aiutare gli organi competenti a raccogliere maggiori informazioni e dunque domani a gestire lo stesso in modo differente.

Per maggiori informazioni e per vedere le immagini del parassita vi invito a consultare il sito dell’IZSVe e tutta la bibliografia sotto citata : https://www.izsvenezie.it/prima-identificazione-parassita-sulcascaris-sulcata-cappesante-adriatico/

Scrivetemi anche per dirmi se pensate di avere trovato questo parassita nei molluschi bivalvi e in quali e di quale origine.

 

Valentina Tepedino

Medico veterinario specializzata in prodotti ittici. Direttore del periodico Eurofishmarket, referente nazionale della SIMeVeP per il settore ittico e docente a contratto presso l’Università di Medicina Veterinaria di Bologna

 

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¹ Atti del convegno, pag. 46,  sul sito  http://www.siram-molluschi.it/download/Atti%20VI%20convegno%20SIRAM.pdf )

² Marcer F., Tosi F., Franzo G., Vetri A., Ravagnan S., Santoro M. and Marchiori E., 2020, Updates on Ecology and Life Cycle of Sulcascaris sulcata (Nematoda: Anisakidae) in Mediterranean Grounds: Molecular Identification of Larvae Infecting Edible Scallops. Frontiers in Vet. Science, 7: 1-7  doi: 10.3389/fvets.2020.00064

³ Santoro M., Marchiori E., Palomba ML., Degli Uberti B., Marcer F. and Mattiucci S. 2020. The Mediterranean Mussel (Mytilus galloprovincialis) as Intermediate Host for the Anisakid Sulcascaris sulcata (Nematoda), a Pathogen Parasite of the Mediterranean Loggerhead Turtle (Caretta caretta). Pathogens. 118:1-8.  doi:10.3390/pathogens 9020118.

4) Rudders D., Roman S., Fisher R. A., Bushek D., Munroe D., Bochenek E. A., McGurk  E., and Borsetti S. (2019) An Investigation into the Scallop Parasite Outbreak on the Mid-Atlantic Shelf: Transmission Pathways, Spatio-Temporal Variation of Infection and Consequences to Marketability : Final Report. Marine Resource Report No. 2019-02. Virginia Institute of Marine Science, William & Mary. doi: 10.25773/g9sh-qt28.

 

Ringrazio l’IZSVe per i loro preziosi chiarimenti e per l’importante lavoro di indagine, controllo e ricerca svolto anche nel settore ittico a tutela della salute dei consumatori.